Confrontandomi con colleghi e ascoltando di persona alcune delle esperienze che hanno vissuto molti imprenditori italiani, ho capito che il web è visto con una certa miopia da parte dei titolari (e non solo) di micro, piccole e grandi aziende.
Per diverse tipologie di motivi, che tra poco andrò ad elencare, un gran numero di aziendenon riesce a sfruttare le potenzialità del web, tanto da ritrovarsi deluse e abbandonate a loro stesse. Con questo post non voglio assolutamente addossare tutta la colpa all’imprenditore, anche perché molto spesso si ritrova in situazioni nelle quali:
- non conosce in maniera approfondita la materia e si deve fidare di quello che gli viene detto,
- non ha abbastanza tempo per potersi formare e capire i servizi che sta acquistando,
- si ritrova pressato dall’agente dell’agenzia di turno, che vuole a tutti i costi chiudere il contratto.
Di seguito cercherò di elencare in maniera non esaustiva, alcune delle casistiche alle quali ho potuto assistere in maniera diretta e indiretta.
Il sognatore
Questa categoria di imprenditori ha intuito, leggendo i quotidiani, che il web può offrire grandissime potenzialità. Conosce dell’esistenza di aziende (meglio note come multinazionali, vedi: Amazon, Facebook, eBay, ecc..) che hanno fatto la loro fortuna grazie al web.
Il suo obiettivo è quello di replicare tali strutture, ai suoi occhi molto semplici da utilizzare e quindi per una sua logica mentale, molto semplici anche da realizzare; tanto che potrebbe pronunciare la fatidica frase: “non basta fare copia e incolla?“. Allo stesso tempo potrebbe voler evolvere i progetti di tali multinazionali e avviare dei nuovi “Amazon, con social network come Facebook integrato” o altre fantasiose idee di questo tipo.
Rivolgendosi ad agenzie web o freelancer, ignora il fatto che l’Amazon, il Facebook o l’eBay di turno, danno lavoro a centinaia di persone.
Il prestigioso
Solitamente questa figura è rappresentata da un imprenditore o da un manager di aziende di dimensioni medio grandi (oltre i 100 dipendenti).
Il suo obiettivo è quello far apparire l’azienda (o se stesso) di prestigio. Le agenzie web o i consulenti interpellati sono quelli famosi, che hanno seguito progetti a cinque/sei zeri. Tuttavia eseguiranno un lavoro mediocre e addosseranno la colpa alla carenza di budget.
L’ingenuo
Questa categoria di imprenditore è quella che mi sta più a cuore. Molto spesso si tratta del titolare di una “bottega” o di una piccola attività.
Si ritrova alla porta l’agente o contatta l’agenzia web “molta fuffa e poca sostanza”. Riesce a farsi rifilare, grazie a referenze improbabili (“siamo agenzia abilitata da Google”, “agiamo per conto di Google”, o “siamo quelli che seguono il sito web a tal quotidiano nazionale”, ecc.), contratti da decine di migliaia di euro l’anno.
Solitamente il contratto prevede la realizzazione del sito internet o dell’e-commerce (molto spesso pietoso dal punto di vista tecnico), oltre alle componenti SEO e social, che sono difficilmente riscontrabili dall’imprenditore, a meno che non decida di informarsi su cosa venga fatto realmente.
L’illusione di aver avviato l’attività online, generalmente finisce dopo due anni, quando i costi non sono stati appianati dai ricavi che dovevano essere generati.
L’imprenditore ingenuo chiuderà il sito, farà scadere il dominio e difficilmente si affaccerà nuovamente nel web con la propria attività, o se lo farà, verrà fatto con estrema prudenza (soprattutto di budget).
Il tirchio
Questa categoria di imprenditore potrebbe anche avere una grande disponibilità, ma non crede nel valore del lavoro svolto dall’agenzia web o dal professionista. Entra nel web perché si sente in dovere, non perché ci crede, ma perché lo fanno tutti!
Cerca di far svolgere il lavoro dal cosiddetto “cugino” e molto spesso rimane intrappolato nella sua stessa tirchiaggine. Il sito/e-commerce farà pena, la campagna social sarà gestita comprando like un tot al kg, perché convinto che con tanti “mi piace”, aumenterà in maniera direttamente proporzionale anche il suo fatturato.
Il risultato sarà disastroso, ma resterà online per molti anni, perché tutti hanno il sito web e la pagina Facebook.
Come curare la miopia dell’imprenditore?
Fortunatamente non tutti gli imprenditori sono così, c’è chi non è miope e riesce a vedere e comprendere (anche non perfettamente, ma nel giusto modo) le dinamiche del web.
Tuttavia se ti sei ritrovato in uno degli imprenditori menzionati precedentemente, potresti curare la tua miopia così:
- ragiona sul fatto che per raggiungere un determinato successo ci vogliono budget e risorse umane (una persona non può far tutto);
- non farti illudere dai titoli o dal prestigio di un’azienda. L’umiltà è una caratteristica frequente tra le persone che lavorano sodo, al contrario di chi sbraita (il sapere e la ragione parlano; l’ignoranza e il torto urlano. cit: Arturo Graf);
- anche se il tuo tempo è prezioso, ritagliati un’ora al giorno per capire e informarti come funziona il web. La formazione (anche basilare) ti potrebbe aiutare a non sperperare denaro inutilmente;
- se vuoi entrare nel web, fallo perché ci credi, non perché lo fanno tutti;
- dai il giusto valore al lavoro altrui.
Hai altri casi di imprenditori che falliscono nel web?
Oppure hai altri consigli da dare agli imprenditori per non fallire nel web?
Sono perfettamente d’accordo, Federico. Un saluto